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Trento, 2 settembre 2004 
SULLA CAUSA TRA I COMUNI DI FOLGARIA E LASTEBASSE.
La Giunta provinciale proponga un progetto
di sviluppo turistico ambientalmente piÙ sostenibile

Interrogazione a risposta scritta, presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e democratici per l’Ulivo

Il prossimo 8 settembre davanti al Commissario per gli usi civici del Tribunale di Venezia sarà proposto un atto di conciliazione per definire in via transattiva la controversia pendente da oltre cinquant’anni tra il Comune di Lastebasse (Provincia di Vicenza) ed il Comune di Folgaria e la Provincia Autonoma di Trento, riguardante la rivendicazione di diritti di uso civico non goduti dal comune veneto nei confronti di quello trentino. Dovrebbe dunque chiudersi definitivamente una causa che impedendo rapporti sereni tra le due amministrazioni comunali rallenta tra l’altro, di fatto, l’adozione di scelte infraregionali per il futuro degli Altipiani.

Fulcro dell’atto di conciliazione è proprio un progetto di sviluppo turistico per un importo complessivo stimato nell’ordine dei 45 milioni di euro.

Con delibera del 4 giugno 2004 n. 1256 la Giunta provinciale di Trento (assenti giustificati gli assessori competenti sulle materie oggetto del piano di sviluppo) ha autorizzato il Presidente Dellai a sottoscrivere l’accordo conciliativo tra il Comune di Folgaria e il Comune di Lastebasse, così come approvato dal Consiglio comunale di Folgaria con delibera n. 13 in data 3 giugno 2004.

Già in data 23 aprile 2004 la Giunta provinciale aveva deciso di condividere la posizione del Comune di Folgaria in merito alla conciliazione con il Comune di Lastebasse, nei termini espressi dal Comune trentino con nota del primo aprile 2004.

Relativamente al progetto di sviluppo turistico Trentino-Veneto – scrive il dirigente del Servizio legale della Provincia con nota del 23 aprile 2004 n. 2647 – la Giunta provinciale ha formulato parere positivo in ordine al contenuto ed alla partecipazione della PAT, anche attraverso l’Agenzia per lo Sviluppo Spa, in considerazione dell’interesse pubblico e delle ricadute positive per l’economia trentina e per tutte le località interessate. La partecipazione della PAT alla società che dovrà avere sede in Trentino è condizionata alla partecipazione della Regione Veneto, al rispetto degli impegni presi dal Comune di Folgaria, alla compatibilità con i vari strumenti urbanistici e alla compatibilità con la disponibilità finanziaria da reperire in un arco decennale. Naturalmente la Giunta provinciale – conclude la nota – si riserva altresì di valutare l’assetto finanziario e i necessari patti parasociali della costituenda società mista Trentino-Veneto anche con riferimento alle quote di azioni dei vari enti.

Il progetto citato prevede dunque interventi per la “valorizzazione” del demanio turistico posto a cavallo delle due regioni. Per quanto riguarda lo sci alpino prevede la realizzazione di tre seggiovie quadriposto in area trentina (Comune di Folgaria) e quattro seggiovie quadriposto in area veneta, il tutto al servizio di una serie di piste da discesa (almeno una dozzina). Un nuovo sistema funiviario dovrebbe quindi collegare la località di fondovalle di Lastebasse con l’altura dei Fiorentini; in alternativa, analogo sistema funiviario dovrebbe collegare l’altopiano di Tonezza con l’area di Campomolon. Un nuovo sistema di collegamenti per lo sci nordico dovrebbe portare alla realizzazione di un percorso di 100 chilometri unendo tra loro gli esistenti centri del fondo di Passo Coe, di Forte Cherle e di Val delle Lanze.

I forti folgaretani di Sommo alto, Cherle e Dosso delle Somme assieme al forte di Campomolon sul territorio veneto dovrebbero infine subire interventi di restauro conservativo e di valorizzazione ad uso del turismo estivo.

Tutta questa operazione costerebbe, come detto, circa 45 milioni di euro. L’impegno pubblico sarebbe molto consistente: 15 milioni a carico della Provincia di Trento, 15 milioni a carico della Regione Veneto e i rimanenti 15 milioni a carico di altri soggetti privati (Agenzia per lo Sviluppo com’è considerata?) che potrebbero essere interessati all’iniziativa, in primis le società funiviarie.
In questa storia ci sono alcuni passaggi positivi, ad avviso dello scrivente, uniti ad altri di segno opposto.

E’ senz’altro positivo che per redimere la causa tra le due parti il Comune di Folgaria abbia individuato la formula dell’atto di conciliazione giudiziale avente per contenuto un comune piano di valorizzazione territoriale. E’ sempre auspicabile che con le provincie e regioni confinanti il Trentino adotti iniziative concertate, basate su progetti condivisi e compartecipati dalle comunità e dalle forze economiche locali. E’ pure importante che la Provincia di Trento si sia affiancata nella causa al Comune di Folgaria, lo abbia assistito ed abbia offerto la propria disponibilità – politica, amministrativa ed economica – per giungere ad una soluzione concertata. E’ infine positivo che la sede legale della costituenda società mista trentino-veneta sia posta nella nostra provincia.

E’ negativo invece che la Provincia di Trento possa condividere il progetto di “valorizzazione” nella parte in cui segue logiche da anni ’60, prevedendo un impatto ambientale pesantissimo su un’area dai delicati equilibri ecologici come ad esempio la dorsale di Costa d’Agra. Visto l’imponente finanziamento pubblico trentino, il progetto dovrebbe costituire l’occasione per correggere od eliminare definitivamente i punti di debolezza del comprensorio turistico di Folgaria, portando finalmente ad una reale valorizzazione – per tutto l’arco dell’anno o quantomeno per il più ampio arco temporale possibile – delle risorse territoriali, soprattutto di quelle legate alla rilevante offerta culturale ed ambientale. Nel nuovo piano di sviluppo si poteva certamente immaginare un miglioramento dell’offerta sciistica (sci alpino e sci nordico) cercando di rendere più competitive le società impiantiste, ma non nelle dimensioni, nei modi e nei luoghi che sono previsti. Procedendo in questo modo si rischierà di compromettere in maniera definitiva, sul lungo periodo e sul mercato mondiale del turismo, un capitale territoriale che potrebbe essere valorizzato in un modo ambientalmente molto più consono con le caratteristiche locali. Investire su nuove piste ed impianti a quote inferiori ai 1800 metri, in vista della pianura veneta e del mare è a dir poco azzardato, considerate le variazioni climatiche e la situazione congiunturale in corso. Inoltre, non saranno questi impianti a caratterizzare ed a far fare il salto di qualità a Folgaria, in un mercato dove competitori ben maggiori, più famosi, più agguerriti e qualificati corrono con investimenti ancor più consistenti (Pinzolo-Campiglio, Andalo, Fiemme e Fassa, San Martino-Rolle, eccetera solo per restare in terra trentina).
Folgaria dovrebbe invece, ad avviso dello scrivente, percorrere anche altre strade, alternative rispetto all’attuale modello, non tanto per sostituirsi a questo nel breve periodo, quanto piuttosto per diversificare l’offerta – rendendola così più forte rispetto alle variazioni della domanda – e per creare condizioni nel lungo periodo di maggiore sostenibilità, ambientale, sociale ed economica.

Si corre dunque il rischio di perdere una straordinaria occasione per impostare un progetto di sviluppo turistico degli Altipiani che abbia valore internazionale ed una visione pluridecennale. Obiettivi che possono essere raggiunti solo ponendo il rispetto e la tutela dell’ambiente naturale al primo posto.

Tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere provinciale

interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere se:

1. non ritenga utile rivedere assieme all’Amministrazione ed alla popolazione del Comune trentino – prima della chiusura definitiva della causa Folgaria-Lastebasse – il progetto di sviluppo Trentino-Veneto, suggerendo un ridimensionamento della parte infrastrutturale (impianti e piste) prevista per la stagione invernale, orientando le stesse cifre investite dalla Provincia di Trento per una riqualificazione degli attuali impianti, dell’offerta complessiva e dei servizi turistici e sociali del Comune di Folgaria;

2. non consideri utile affiancare il Comune di Folgaria nella sua vertenza con il limitrofo comune veneto promuovendo e finanziando un nuovo progetto di sviluppo, alternativo rispetto a quello proposto, che possa effettivamente perseguire l’interesse pubblico di un vero «recupero ambientale e di sviluppo turistico estivo ed invernale» rispettando l’ambiente naturale degli Altipiani;

3. non valuti la ricchezza paesaggistica ed ambientale, le secolari tradizioni agro-silvo-pastorali, l’offerta gastronomica, le testimonianze storiche legate alla Prima guerra mondiale come le basi sulle quali questo bellissimo comprensorio turistico possa rafforzare la propria immagine ed il proprio posizionamento sul mercato turistico internazionale, senza pregiudicare ulteriormente ed irrimediabilmente il delicato equilibrio naturale;

4. nei documenti della programmazione provinciale – PUP, Piano di sviluppo socio-economico, Atti di indirizzo su diversi settori, eccetera – sia prevista una ulteriore crescita del demanio sciistico di Folgaria verso Lastebasse e quale sia, ad avviso dell’Assessorato al Turismo, il potenziale limite massimo allo sviluppo dello stesso comprensorio affinché non siano distrutte le basi sulle quali è costruito. Qual è insomma il limite di sostenibilità per lo sviluppo di Folgaria?

5. la partecipazione di Agenzia per lo Sviluppo sia giustificata, in considerazione del fatto che il progetto non viene proposto per “salvare” aziende in crisi, non contiene alcunché di innovativo rispetto all’attuale offerta turistica trentina e modificando sensibilmente ambienti naturali integri contribuisce a distruggere ricchezza anziché costruirne di nuova;

6. il vasto degrado ambientale provocato dall’intervento proposto nel progetto di valorizzazione possa essere compensato in termini economici e sociali – se sì in quali termini - e se non ritenga utile affidare all’Università di Trento uno studio sui costi e benefici derivanti dall’operazione prima di darne l’eventuale e definitivo via libera.

Cons. dott. Roberto Bombarda

 

     

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